giovedì 16 maggio 2013

Stay cool

C'è una frase [ora non ricordo se è una striscia con Snoopy, o una di quelle citazioni attribuite a personaggi più o meno reali che girano su facebook] che dice qualcosa tipo "se ti fai la stessa domanda alle 3 di notte o il mattino dopo, avrai due risposte diverse".
Penso che lo stesso valga se sei ubriaco (io sono astemia, ma sappiamo tutti che effetto può avere l'alcol sul potere decisionale delle persone). O se stai sorvolando da sola l'oceano con un lunghissimo volo intercontinentale, durante il quale hai tantissimo tempo per pensare, soprattutto se i tuoi compagni di viaggio ti rendono difficilissimo addormentarti per più di venti minuti consecutivi [a questo proposito, ci tengo a ringraziare in particolare la ragazza che doveva andare in bagno proprio quando io ero appena riuscita a chiudere gli occhi, e la signora dietro di me che ogni volta che doveva alzarsi per fare pipì - spesso, molto molto spesso - si aggrappava allo schienale del mio sedile scuotendolo come se fossimo in preda a chissà quale turbolenza].

Pensieri e domande, dicevo. Quel che è certo è che se la risposta che uno si dà è sempre la stessa, sia che siano le 3 del mattino o le 2 del pomeriggio, sia che si stia sorvolando una nuvola o che i piedi siano ben saldi a terra, allora in teoria quella è la risposta giusta.
La pancia, lo stomaco, lo sanno sempre con un certo anticipo quello che è giusto.
Ok, forse giusto non è la parola adatta. Diciamo "quello che vogliamo", ecco (che poi sia giusto o meno lo scopriremo solo vivendo).

Tra le decisioni che ho preso/sto prendendo in questo periodo, la più grossa al momento riguarda la scelta di interrompere questa esperienza au pair. Ci pensavo già da un po', e probabilmente stare dall'altra parte del mondo con un altro fuso orario, così lontana da tutto e tutti, ha amplificato e accelerato quello che già sentivo di voler fare.
Non mi dilungherò troppo sulle motivazioni [se vi interessano davvero, sapete dove trovarmi], che potrei riassumere principalmente con: differenze di vedute, stile di vita moltotroppo lontano dal mio, bambini amichevolmente soprannominati piccolidemoni, Emily Gilmore (chi conosce la serie tv capirà sicuramente cosa intendo), loneliness, fastidi vari ed eventuali.

Ai più potrà sembrare una scelta assurda o poco comprensibile. La cornice della Costa Azzurra, le Hawaii, una grande casa, una vita abbastanza facile... Ma appunto, si tratta di cornice. Viverci è tutta un'altra cosa, trust me!
Quindi, come canta il buon Bublé (questa ce l'ho in testa da giorni): I'm coming back home...
Entro la fine del mese pesterò nuovamente (forse provvisoriamente, chi può dirlo!) la terra italiana.
Tra le prime cose che farò: abbracci, tanti tanti abbracci.
E poi devo andare a cambiare la pila al mio orologio,che ha deciso di fermarsi ieri alle 6 del mattino [e lo so che non vi interessa, ma se lo scrivo qui magari mi ricordo di farlo]. E voglio girare per Bologna, mi manca. Voglio dormire fino a tardi e passare una giornata intera in pigiama; e mangiare la Nutella direttamente dal barattolo. E non preoccuparmi se mi scappa qualche parolaccia [non che io sia una persona volgare, ma ogni tanto ci sta, di dirne qualcuna].
Alla fine mi accontento poi di piccole cose, no?

Nel frattempo cerco di prendere il meglio dagli ultimi giorni qua, ad esempio andando a Nizza: è assurdo che in 5 mesi - 4 considerando quello negli States - non ci sia ancora stata, se non per brevi passaggi all'aeroporto.
"Perché non vai a Cannes?" - mi è stato chiesto - "C'è anche il Festival in questi giorni! Magari incontri Di Caprio"
Magari. Già mi ci vedo a prenderlo allegramente sottobraccio, invitarlo a bere un caffè e convincerlo con tutto il mio charme a mollare la supermodella di turno con cui sta, sposare me e porre così fine ai miei problemi!


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